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“Vorrei scrivere un articolo per migliorare il rapporto di coppia. Posso scrivere di noi?”

“Certo. Ma sai bene che ogni coppia è a sé…Non c’è una ricetta”.

No, lo so che non esiste una ricetta valida per tutti, ma esistono delle piccole dritte che vorrei dare a chi mi legge, perché l’ ottimismo si può condividere…insieme.

Non vorrei partire dal principio, perché la storia della mia relazione ha qualcosa di leggendario e buffo allo stesso tempo. Mentre Carlo Verdone recitava in “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”, io avrei potuto benissimo girare “Benedetto il giorno in cui t’ho incontrato” (a parte quei giorni in cui tengo il muso in maniera sconsiderata), perché ci sono persone che entrano nella nostra vita e diventano, col tempo, indispensabili, come se fossero una nostra estensione.

La musica di Michael Bublé gira nelle mie cuffiette mentre scrivo quest’articolo e ripenso a quella sera piovosa di qualche anno fa in cui lui, insofferente per la mia indecisione, mi fece ascoltare Mr &Mrs Jones e, da lì, capii che la mia paura di una nuova relazione andava dissolvendosi. Forse, in un altro momento, racconterò di quanto è stato difficile fidarmi di un altro essere umano dopo una relazione tormentata e sofferta, costellata di violenza psicologica, per la quale mi sono portata a presso diversi strascichi anche dopo anni.

Anni in cui, la necessità di difendermi e di curare le mie ferite (subito dopo la chiusura di tale relazione, sono caduta in uno stato di profonda depressione, denotata da insicurezza e aggressività), mi portavano a non rapportarmi al prossimo con sicurezza e fiducia. Ogni situazione doveva essere analizzata e, in tutta onestà, ero piuttosto pessimista sui rapporti di coppia, visto che erano sempre stati caratterizzati da attacchi e fughe.

Il mio compagno è diventato, col tempo, il mio maestro zen.

Gli sono profondamente grata per avermi reso la persona che sono oggi perché é dall’ osservazione della nostra relazione che nasce questo desiderio di condividere con te che mi leggi delle piccole perle di convivenza ottimista che potranno sicuramente esserti utili.

Ho avuto tutte le paure da manuale: paura di soffrire di nuovo, paura di essere manipolata e di essere caduta in una relazione dove sarei stata nuovamente in posizione down (nelle relazioni c’è sempre la dinamica up, quello che agisce, e la posizione down, quello che subisce, ndr), paura di non riuscire a confrontarmi, paura di scappare. Sì, mi sono sempre paragonata a Julia Roberts in Se scappi, ti sposo: una donna ribelle, indipendente, sfrontata che, nel momento della decisione e delle responsabilità, è pronta a scappare dall’ uscita di sicurezza.

“Se un giorno dovessi sposarmi, chiudete bene le uscite laterali”, ho sempre detto, perché, come qualcuno disse tempo fa, “Alessandra deve trovare ancora quello che le tiene testa”. Ah, ho un bel caratterino, eh, dietro la mia figura di professionista zen e amante della meditazione e delle lunghe passeggiate. Ma io non volevo qualcuno che mi tenesse testa, perché l’ avevo già trovato e mi aveva profondamente ferita, io avevo bisogno di qualcuno con cui condividere ciò che ero realmente.

Non volevo un duello all’ ultimo sangue, a chi riesce a sopraffare l’ Altro, volevo un confronto alla pari.

La coppia è uno spazio dove si concentrano gran parte delle nostre energie e delle nostre percezioni. Nella coppia, capiamo quanto è valido il nostro ruolo di partner, ci mettiamo in discussione come oggetti sessuali (non nel senso materialistico del termine, ovviamente), testiamo le nostre capacità comunicative, destrutturiamo stereotipi di genere, confrontiamo esperienze e culture differenti. La diversità, anche nella relazione, diventa ricchezza perché è un ET ET, non un AUT AUT. Non è il gioco del Risiko, dove si conquista e si combatte…E’ più un ballo: a volte è swing, a volte è valzer…Ogni fase della coppia è contrassegnata, anche nei periodi di stallo, da insegnamenti e ritmi da cogliere.

La nostra è, a tutti gli effetti, una coppia rock (e di generi, nel rock, ce ne sono veramente tanti).

Ma andiamo per gradi, mio caro lettore, mia cara lettrice, perché ti ho promesso di parlarti di quali sono, secondo la mia esperienza e secondo quelle che sono le teorie della psicologia positiva, i segreti di una coppia felice.

  1. Divertitevi! Santo cielo, io adoro stare in compagnia di quest’ uomo! Tutte le cose che mi piacciono e che mi fanno impazzire vorrei viverle solo con lui. Ridere, scherzare, essere ironici, è fondamentale. Prendetevi poco sul serio, perché ci saranno momenti in cui l’ Altro si sentirà in difficoltà o in difetto nei vostri confronti e ne sentirà il peso: ridete insieme di qualche dimenticanza, ridete insieme della troppa stanchezza, ridete insieme di quei “Oggi non ce la faccio”. Chi avete accanto ha bisogno di comprensione e leggerezza, la vita è abbastanza difficile senza dover puntare il dito su tutto. Siate bambini. Lui è il mio compagno di giochi, con il quale posso liberamente mostrarmi per quella che sono quando, malata, giro per casa con una mise improbabile; io sono la sua compagna di giochi, con la quale può correre felicemente in moto e sentirsi libero. Giocate insieme, costruite ricordi positivi e ricchi.
  2. Imparate a condividere. Trovate uno spazio dove poter parlare della vostra giornata e di quello che avete passato; poi ascoltate l’ Altro. Allenatevi alla pazienza e all’ Ascolto attivo, perché il fine serata possa essere uno spazio protetto dove poter riversare la vostra necessità di com-prensione. Inoltre, pensate a qualche attività, passione, hobby che amate fare entrambi. Noi amiamo viaggiare, andare ai concerti metal (ci siamo conosciuti proprio così!), ascoltare musica insieme, scambiarci album, andare per i mercatini dell’ usato alla ricerca di cimeli.E la colazione fuori? Che meraviglia! E’ il premio per una settimana difficile…Insomma, vi siete mai chiesti cosa piace a tutti e due, anziché pensare a cosa vi divide? Perché di questo ne parlerò al punto 3.
  3. Conservate la vostra identità. Ho parlato sinora di quanto sia importante mettere sul tavolo le affinità ma è altrettanto importante capire cosa vi renda unici…nella coppia. Non cercate a tutti i costi di rendervi simili o di appianare le differenze e non fate sentire l’ Altro…sbagliato o diverso. La vostra verità è l’ unica possibile? I vostri gusti sono gli unici accettabili? “Grazie, parla lei che ha un sacco di cose da condividere con lui!”, penserai. In realtà, abbiamo due modus vivendi differenti: io sono estremamente organizzata, lui è più da improvvisazione; io sono un’ insofferente e ho bisogno dei miei spazi di meditazione, lui ha più capacità di gestione dello stress…Insomma, esplicitare all’ Altro le proprie esigenze è fondamentale per riconoscersi come individui nella coppia ed evitare la simbiosi. Spesso, esigenze non manifestate sfociano in sensi di colpa e accuse che non portano alcunché di costruttivo. Ritagliatevi i vostri spazi in cui coltivare passioni (io amo dedicarmi all’ artigianato e alla scrittura, per esempio, perché é il mio momento di defaticamento), affetti e impegni.
  4. Ricordatevi sempre perché state insieme. Da quanto tempo non vi abbracciate? Da quanto tempo non fate qualcosa insieme? La teoria del Ma tanto lo sa che, per me, è importante non regge. Quello che non viene esplicitamente detto non esiste, come la pragmatica insegna. Esprimetelo. Disegnatelo. Scrivetelo. Parlate della vostra storia. Ecco, su quest’ ultimo punto apro una piccola parentesi. Le nostre giornate, soprattutto da quando abbiamo cominciato la convivenza, sono più o meno incentrate su lavoro, problemi, pagamenti, discussioni, famiglia, meteo, macchina da cambiare, mutuo…Dov’è la coppia? Dov’è andato a finire il corteggiamento, il desiderio, la voglia di condividere momenti di leggerezza e spensieratezza? Abbiamo cominciato con Michael Bublè, con i tentativi di conquista, con i regali, le fughe notturne e poi? Parlare di voi rafforza la motivazione, la progettualità, l’ intesa, la complicità. Perché sto con lui, perché sto con lei? Ricordate insieme i momenti importanti della vostra coppia. Lui mi ha tenuto la mano per un anno di malattia…Se non ha avuto paura di soffrire con me, se è sempre stato accanto a me nei momenti difficili, nonostante le nostre diversità, se è sempre stato il primo a spronarmi per portare avanti i miei progetti…Non è forse la persona con la quale ho deciso di passare la mia vita? Non datevi per scontati. Scrivetevelo, se proprio siete un pò orsetti come noi due. Noi abbiamo una libreria tappezzata di bigliettini dove scriviamo quello che non riusciamo a dirci.
  5. Usate la comunicazione non ostile. Ho un bel caratterino, dicevo. Ho imparato a mie spese che i litigi possono letteralmente prosciugare te e il tuo partner. Ero tremenda, mea culpa. Ogni discussione mi appesantiva di rancore e dispiacere ed, in più, creava delle crepe tra me e lui. Lui è zen, maledetto. Un giorno mi ha fatto notare della gravità e della rabbia che (ri)mettevo in ogni discussione e di quanto fossi capace di ferire. Oh sì, siamo degli esseri capaci di amore infinito e, allo stesso tempo, di un potere pericoloso nei confronti di chi amiamo: facciamo più male di quanto si possa credere. Non siamo qui a distruggere l’ Altro, questo è importante. Se abbiamo difficoltà a gestire la rabbia, se abbiamo la lingua lunga (come si dice da noi quando si tende a dire più del dovuto senza curarsi delle conseguenze), prendiamoci un attimo di tregua, come una sorta di Time Out dove sbollire e mettere in ordine le idee. Qual è il nostro obiettivo? Davvero insultare l’ Altro o farlo sentire in colpa è funzionale a trovare una soluzione che possa rendere felici entrambi? Si può trovare un compromesso? Assolutamente sì. Lavorate insieme su questo aspetto: accettare di avere un problema di gestione della rabbia, ammettere di essere rimasti feriti dal comportamento del proprio partner, concedersi di aver sbagliato e di voler recuperare la fiducia altrui è la scelta più bella che si possa fare.

Credo che raccontare brevemente la complessità di una relazione non sia possibile, ma so, per certo, che queste sono le cose che, ad oggi, trovo estremamente importanti per condurre una coppia, sia che sia appena nata che sia consolidata. Non ho parlato di matrimonio, di convivenza a tutti i costi, di figli, di sesso, non ho parlato delle cose che spesso troviamo nelle guide “relazionali”, ho parlato di due persone (due esseri umani, hai notato?) che possono vivere serenamente insieme una relazione, di qualsiasi natura possa essere. Le etichette, gli step generazionali, l’ orologio biologico…ah, mettiamolo da parte per una buona volta. Ciò che conta è avere una relazione che valga la pena di essere vissuta.

Dimenticavo, io ho 31 anni e lui 51, ben vent’ anni di differenza, eppure con-dividiamo la stessa visione positiva della vita.

 

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