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Anche le persone ottimiste hanno i loro momenti no.

Io ne ho tanti, per esempio. Sono residui di un periodi passati a guardare il soffitto, durante l’ adolescenza, mentre aspettavo che il mondo cambiasse per me.

Ma lui non l’ ha fatto, così, una volta acquisita maggiore consapevolezza delle mie capacità, ho investito tutte le mie energie nel cambiamento. Ho imparato che ci sono momenti in cui l’ entusiasmo e la gioia esauriscono e lasciano spazio allo sconforto e alla mancanza di energie.

Questo accade in due precisi istanti.

Nel primo caso, hai dato troppo, hai sparato tutte le cartucce insieme, investendo tempo e amore in situazioni che ti hanno letteralmente risucchiato senza che te ne accorgessi consapevolmente. Frizzantezza e speranza hanno lasciato il posto ad apatia e disillusione, riducendo le tue giornate ad una serie di azioni meccaniche e lamentele continue.

Nel secondo caso, sei ben consapevole che, situazioni difficili non risolte, hanno minato la tua riserva emotiva e sei conscio del fatto che, per continuare, hai necessità di staccare la spina.

In entrambi i casi, complimenti. Hai scelto di mettere in standby la tua vita senza distruggere ciò che hai costruito finora.

Perchè conosco bene questa casistica? Perché ci sono passata anche io e, anziché attendere l’esasperazione e le conseguenze che un atteggiamento irrazionale può comportare sia sul piano personale che relazionale, ho guardato al mio passato e al più recente periodo di esaurimento emotivo e ho scelto cinque routines che sono fondamentali, secondo me, per recuperare fiducia nel proprio cammino.

  1. Prenditi una pausa. Non pensare necessariamente a fughe oltreoceano o situazioni alla Mattia Pascal. Puoi decidere di prenderti una pausa di qualche giorno, ospite da un’ amica o un parente, lontano dalla situazione che ti crea scompiglio interiore. Ricorda, non stai fuggendo dal problema, perché anche viaggiando il tuo dolore verrà con te, come diceva Seneca, ma stai semplicemente cercando un rifugio dove pensare lucidamente alle strategie e alle alternative per risolverlo. Spesso, immersi nella realtà che ci procura disagio, non riusciamo ad osservare chiaramente i nostri stati interiori e sentire (feel) le nostre emozioni.
  2. Adotta un diario. Nei periodi no è molto comune sentirsi confusi ed indecisi sulla scelta da prendere. Che sia un problema sul lavoro o una crisi relazionale, rimuginare non è decisamente la cosa migliore da fare.  Viaggio spesso con un’ agenda sulla quale scrivo liberamente i pensieri in libera associazione, una sorta di brainstorming su quello che mi fa star male. La scrittura libera l’ emozione e riduce il livello di stress associato ad essa.
  3. Fatti pervadere dal malessere e dalle emozioni negative. Una crisi è uno stato dove sei combattuto tra il prendere o lasciare, tra l’ andare ed il rimanere, ma è in momenti come questo che impari di nuovo ad amare (Times Like These, Foo Fighters). Sedersi a tavolino e scegliere ciò che è più logico da fare non è di grande aiuto perché i tuoi pro e i tuoi contro avranno lo stesso identico valore e, se non entrerai in contatto con le tue emozioni negative, esse passeranno da delusione a frustrazione, da dispiacere a rabbia e non passeranno solo perché le ignori. Si nutriranno della loro stessa energia e saranno più devastanti, se non dai loro ascolto. Fermati e lascia che vengano a galla: accettale come parte del tuo io. In un posto sicuro e accogliente, potrai sperimentare la tristezza e la rabbia senza sentir il peso del giudizio altrui e sarà più facile capire cosa realmente ti fa star male.
  4. Dedica energie a ciò che ami davvero. Per quanto tempo scapperai da te stesso? Ricordati di quando eri piccolo: cosa ti piaceva fare? Cosa ti rendeva felice? Scrivi un elenco di cose che non fai tempo o che avresti voluto fare o che ti davano sollievo. Attenzione! Non ti stai distraendo o non stai nascondendo il problema! Spesso, la maggior parte del mio malessere, deriva dall’ eccessiva doverizzazione, una pianificazione serrata delle giornate che esclude il dolce far niente, dove riprendo la mia parte bambina ed entro in contatto con il mio Io reale.
  5. Poniti una nuova sfida. Quando sono in crisi col lavoro o non sono soddisfatta delle mie relazioni, mi chiedo se non stia utilizzando le strategie sbagliate o non mi stia chiudendo troppo nel mio mondo. Mi pongo nuovi obiettivi come, per esempio, allargare la mia rete di contatti per nuovi e stimolanti confronti o superare delle paure che mi attanagliano da anni.

I ritiri “emotivi”, a volte fatti anche di poche ore in un luogo a noi caro o, perché no, nella nostra stessa casa, sono un toccasana per il benessere psicologico.

La frenesia della quotidianità, la necessità di avere tutto e subito, creano uno status perenne di angoscia di vivere a discapito della concentrazione, della riflessione, dell’ attenzione verso te stesso.

Essere in crisi con sé stessi, in crisi col mondo, in crisi con gli altri, non esclude la possibilità di sentirsi felici ed in pace con il proprio Io: è nel processo, nella ricerca, più che nel risultato stesso, che ci si può riscoprire umani.

 

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